Un vero e proprio 'scippo' quello subito ieri pomeriggio dall’Orvietana sconfitta di misura dal Pontevalleceppi nella finale play off Promozione. Ma a gridare allo scandalo la direzione di gara che non concede un clamoroso calcio di rigore su Polidori, vede un fuorigioco inesistente sulla verticalizzazione dello stesso Polidori per Serafini il quale davanti al portiere non sbaglia e non concede altri due rigori in area avversaria per un atterramento su Nuccioni ed un fallo di mano piuttosto evidente. Per non finire a tempo scaduto il fischietto del play off non concede un netto calcio d’angolo e chiude la gara immediatamente col triplice fischio.
Una serie di episodi che hanno mandato su tutte le furie il club biancorosso, giocatori e tecnico. Riccardo Fatone è una furia: “Siamo entrati piuttosto contratti lasciando un po’ troppa iniziativa al Pontevalleceppi. Proprio questo ha scaturito la punizione del gol. Poi per 50 minuti abbiamo fatto solo ed esclusivamente noi la partita. Chi mi conosce sa che non ho mai parlato degli arbitri. Ci sono tre episodi netti da calcio di rigore, un gol netto. Difficile dopo questi fatti parlare di commenti tecnici. Se l’arbitro avesse fatto il suo avremmo oggi parlato di un altro risultato. Mi dispiace per i ragazzi che hanno fatto una stagione incredibile ed anche oggi sono stati autori di una grande prestazione contro un PonteValleceppi, bravissimo ma che non ha dominato la partita. Accetto la sconfitta ma non la digerisco. Arbitro inadeguato per una partita del genere e che ha influito nettamente sul risultato finale in almeno quattro situazioni. Mi auguro che in qualche modo si riesca ad andare in Eccellenza, per la società e per i ragazzi”.
Per il secondo anno consecutivo l’Orvietana sfiora l’Eccellenza, promozione che ora comincia a diventare un vero e proprio incubo per l’USO. Dispiace che sia la classe arbitrale a decidere ancora quelli che dovrebbero essere bei confronti tra due grandi protagoniste di questa stagione. Ci siamo lamentati molto della stagione degli arbitri laziali ma a questo punto gli umbri non sembrano essere da meno.