E’ uno Stefano Di Chiara senza peli sulla lingua quello che da qualche giorno ha iniziato la sua nuova avventura sulla panchina del Città di Cerveteri.
Dal ritiro di Paliano il vulcanico tecnico romano è un fiume in piena.
Mister, che bilancio possiamo fare dopo questi primi giorni di Cerveteri?
“Direi positivo e ritengo che stiamo facendo un ottimo lavoro. Lavorare con i giovani è coinvolgente , mi ascoltano e li vedo molto determinati. E' una squadra che ha delle qualità con ragazzi di ottime prospettive che possono fare bene. Sono bravo a farmi capire, ascoltano e chiedono. Hanno voglia di dare il massimo e se vogliono non deluderanno”.
A suo giudizio non è una squadra incompleta?
“ Dobbiamo migliorarci, ma poco. E' una squadra a cui serve qualcosina , ma vedremo. Lavorando a questi ritmi, con la continuità giusta, potremo arrivare ad inizio campionato carichi di grandi motivazioni”.
E' l'ambiente che fa per lei?
“Sono felice, ho trovato una società organizzata e un presidente che in poco meno di un mese ha gestito l'organizzazione in modo impeccabile ripartendo da zero. La partenza è giusta, ora sta al campo dire la verità. A me piace il calcio vero, pulito e fatto di gente pane al pane . In giro c' e monezza, dopo Como che ho portato in serie C non ho più allenato. Non faccio parte di nessuna scuderia, non sono abituato a chiamare al telefono, se non per sentire mia madre. Soldi pochi, ma sudati con le mie forze”.
Ai tifosi cosa chiede?
“Di starci vicini e sostenerci nei momenti difficili. A Cerveteri sono legato da un amore che ha come data il lontano 1993, quando la domenica scendevamo in campo con rabbia e fame da leoni . Ci salvammo, lo faremo anche ora”.