Un delirio da Coppa del Mondo quello che si è consumato ieri pomeriggio al gol di La Rosa che ha consegnato al Civitavecchia la finale di Coppa Italia di Eccellenza in programma mercoledì prossimo contro il Tivoli.
Dalla beffa alla gloria calcistica nel giro di sessanta secondi per la squadra di Massimo Castagnari che ha scritto una delle pagine più belle della nostra del calcio civitavecchiese.
Il tecnico dei nerazzurri ci racconta il 3-1 sulla Pfc ottenuto all’ultimo secondo il giorno dopo l’impresa e la grande festa nel post gara.
Mister Castagnari: sei passato dal 2-0 dove pensavi di aver la finale in pugno al gol di Maggese dove sembrava tutto finito fino alla gioia indescrivibile di 50 secondi dopo con il gol di La Rosa. Partita per malati di cuore?
“A questi aggiungerei un altro aspetto ovvero che gran parte dello staff è compoista da persone civitavecchiese. Chiunue pensasse di scrivere un finale così non l’avrebbe scritto così bene. Sono sensazioni che vanno oltre ogni senso di appartenenza. A questo gruppo è mancato sempre quel pizzico salto di qualità, pensavamo pruima di averlo fatto e poi di averlo perso ma alla fine è arrivata la gioia finale. Sono partite che resteranno negli annali e rimarranno indelebili nei nostri ricordi”
Al netto delle due partite il suo Civitavecchia ha comunque meritato?
“Dico di sì perché è vero che abbiamo trovato i gol nella ripresa ma nel primo tempo abbiamo avuto occasioni importanti con un clichè durato tutta la partita. Non abbiamo meritato di perdere all’andata e strameritato di vincere al ritorno. Con tutto il rispetto alla Favl Cimini altrimenti non sarebbe uscite due partite come queste. Come va sottolineato le due filosofie di gioco diverse tra noi e noi. Noi abbiamo sempre proposto gioco con una squadra giovane che può solo migliorare”
Una dedica speciale quella fatta da molti è per l’ex presidente Presutti.
“Questa è la finale di Sergio e per Sergio. Con lui ho vinto un campionato di Promozione, diventammo campioni d’Italia Amatori dove io ero giocatore e lui presidente della vecchia Cpc. Un rapporto che parte da lontanissimo”.
Civitavecchia alla seconda finale negli ultimi quattro anni. E’ una squadra da coppa anche perché trascinata da un pubblico oggi quasi da serie C?
“Sono traguardi importanti per un giovane presidente come Patrizio che sta costruendo un Civitavecchia dal basso a piccoli passi. Non si può arrivare a certi traguardi se non si parte dal basso ed ottenendo risultati anche con il settore giovanile che speriamo quest0anno possano arrivare. A tutto questo aggiungerei un Ivano Iacomelli che insieme a Patrizio sono l’anima di questa società. Vero che rappresentiamo una città ma normale che Civitavecchia viva di entusiasmo e quando c’è una partita come quella di ieri rivedi i volti sorridenti di alcune persone che non vedevo da anni. Questa Coppa per il Civitavecchia è come il mondiale dell’Italia nel 1928. Nel nostro percorso abbiamo eliminato tutte le migliori: Ladispoli, Pfc ai rigori, W3, Pomezia ed ancora Pfc”.
Ora il Tivoli purtroppo senza Pippi e Cerroni. Loro favoriti?
“Al momento è così, vediamo se saranno confermate queste decisioni. Dico che in partite secche non ci sono pronostici. E’ normale che il Tivoli sembra più forte per il curriculum con il quale si presenta: tra coppa italia e campionato le ha vinte praticamente tutte pareggiandone solo una. Troveremo di fronte una società di blasone come la nostra e che ha un budget d’investimento forse più alto di tutta l’Eccellenza. Se a noi togli Pippi e Cerroni togli tutto, se a loro togli Danieli hanno comunque De Marco e De Souza”.