Forse avrebbe avuto più senso mettere dei test sierologici scadenzati, magari convenzionare le società in apposite strutture. I protocolli generati dalla Federazione sono di impossibile attuazione, le responsabilità tutte delle società. Fare calcio in queste condizioni, essere costretti a chiamare e pagare un arbitro federale anche per una sgambatura amichevole fa capire come tutto il sistema calcio legato al Covid diventa impossibile da portare avanti. Mettere l'inizio dei campionati regionali e provinciali e fine ottobre-inizio novembre quando spesso le juniores ed allievi sono di supporto alla prima squadra mette ulteriori punti interrogativi sul senso di questa organizzazione.
Ora vi inoltriamo il monito del Comitato Regionale Lazio che ti obbliga a non fare niente. Forse hanno più sensato il movimento delle società umbre a voler bloccare tutto rifiutandosi di partire con la preparazione:
Comitato Regionale Lazio, facendo seguito alle indicazioni della Lega Nazionale Dilettanti, intende fermamente richiamare l’attenzione delle società, e dei suoi componenti, sull’applicazione del Protocollo
che fornisce “indicazioni generali per la ripresa delle attività del calcio dilettantistico e giovanile”. Emanato lo scorso 12 agosto dalla Figc.
Purtroppo, il ritorno al calcio giocato, al momento solo con gare amichevoli, non sempre è coinciso con l’applicazione basilare delle norme contenute nello stesso Protocollo e questo rischia di creare grosse difficoltà all’intera ripresa del calcio dilettantistico regionale. Pertanto, il Comitato Regionale Lazio chiede a tutti i tesserati (atleti, dirigenti e tecnici) di mettere in campo, con grande senso di responsabilità, tutto l’impegno possibile per attuare quelle misure minime di rispetto delle regole fondamentali, che sono:
– distanziamento interpersonale
– evitare assembramenti
– indossare sempre la mascherina (ad esclusione del momento della gara, ovviamente)
– presentazione dell’autocertificazione all’arrivo all’impianto
– misurazione della temperatura corporea all’ingresso dell’impianto
– predisposizione di punti per l’igienizzazione delle mani e di percorsi differenziati per gli atleti
– impedire l’accesso al campo a persone che non siano appartenenti al gruppo squadra (identificabile nelle persone inserite nella lista di gara)
– predisporre il distanziamento per i calciatori e i membri degli staff presenti in panchina.
Il Comitato Regionale Lazio, confidando nel senso di responsabilità di tutti, ha comunque deciso di monitorare le gare amichevoli regolarmente autorizzate. Al momento, soltanto con il rispetto di queste regole basilari, che per la loro applicazione richiedono un senso di responsabilità collettivo, si può garantire il futuro del calcio dilettantistico, che come altre realtà, deve imparare a convivere con il Covid-19 in un nuovo stile di vita sportiva che tuteli il diritto a svolgere attività sportiva, e calcistica in particolare.
Si vuole infine ricordare che i cosiddetti “allenamenti congiunti” non sono consentiti, in quanto gli allenamenti presso un impianto sono consentiti solo ad atleti tesserati con la propria società. Anche queste
situazioni potranno essere oggetto di segnalazioni agli organi federali per gli adempimenti del caso.