Il calcio dilettantistico si inginocchia al nuovo Dpcm e comincia ad abbandonare ogni minima speranza di ripresa.
E’ la conseguenza al nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri e firmato da Conte che blocca gli spostamenti tra tutte le regioni fino al 5 marzo, rende più severi i criteri che porteranno automaticamente le regioni in zona arancione e rossa.
Il passaggio a zona arancione del Lazio come quasi tutte le altre regioni italiane impedisce di fatto il potersi spostare fuori dal proprio Comune o nel raggio di 30 km o recarsi nei capoluoghi di provincia.
Come spiega il sito Repubblica.it nel Lazio con la zona arancione “Sarà vietato uscire dal proprio Comune salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune. Saranno comunque consentiti gli spostamenti dai Comuni con 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione di spostamenti verso i capoluoghi di provincia. È quindi ammesso lo spostamento verso la seconda casa all’interno della regione. Questo, però, deve essere motivato con autocertificazione. Non vige il divieto assoluto di visitare amici, congiunti e parenti non conviventi.
Restano chiusi musei, cinema e teatri. Aperti parrucchieri e barbieri e centri estetici. Per quanto riguarda l'attività fisica e motoria, deve essere svolta in maniera individuale e nel rispetto della distanza di sicurezza. La mascherina è obbligatoria per la camminata veloce ma non per la corsa. Si potrà svolgere anche lontano da casa, ma senza oltrepassare i confini del comune di residenza. Sì a passeggiate e jogging al parco, nei sentieri di campagna, in montagna, in città e nei centri sportivi con spazi all’aperto”.
Un provvedimento che costringerà le poche società che proseguivano nell’attività di allenamento con la distanza di sicurezza a mollare gli ormeggi e ridurre quasi a zero le speranze di ripresa dei campionati.