Dopo i cinque anni di squalifica ovvero il massimo della pena di cinque anni monta la delusione e soprattutto tanta amarezza e rabbia nello stato d’animo di Mario Lenzini. Il tecnico del Parioli in una diretta social nel suo profilo personale parla di quanto è accaduto domenica a La Cavaccia di Allumiere e soprattutto annuncia importanti azioni legali nei confronti dell’arbitro Lotito di Cremona.
La premessa sugli arbitri
“Faccio calcio da 48 anni fin da quando giocavo con i calciatori. Le verità vanno raccontate nella maniera giusta. E’ ora di finirla con questo mondo arbitrale. Va il mio profondo rispetto nei confronti di chi è aggredito veramente. Senza di loro non si gioca al calcio. Però queste persone hanno il potere illegittimo di decidere tutto quello che succede. Questo è un mondo, una setta che deve essere scoperchiata. In tutti questi anni non ho visto una denuncia nei loro confronti per una partita venduta, non ho visto un ripensamento. Io non sono uno stinco di santo, qualche vaffa l’ho mandato. Ma da lì a creare un onta del genere nei miei confronti è da vergogna”.
La contestazione ai fatti citati sul comunicato
“Non si può infangare con un racconto inesatto una persona di 60 anni come me. Che Mario Lenzini strattoni e dia una testata all’arbitro non esiste né in cielo né in terra. Peso 120 kg, se gli avessi dato una testata sarebbe rimasto per terra. Innanzitutto cominciamo a precisare che io reagisco al gol avversario. Io anzi un mio dirigente si arrabbia per non averci fatto fare un cambio con due giocatori a terra. Ma ne abbiamo subite tante e ci portiamo a casa anche questa. Il comunicato afferma che io sono entrato in campo per andare contro il giocatore che aveva segnato: assolutamente no, ero nella mia area tecnica e tutta la panchina avversaria viene ad esultare dentro la mia area tecnica, buttando per terra senza volerlo anche cinque ragazzini 2004-2005 che erano in panchina con me. Ma non l’hanno fatto apposta. Cosa ho fatto io? Li ho cacciati via. Arriva l’arbitro nella mia area tecnica a 5 cm da mio viso e tira fuori il cartellino rosso dicendomi anche qualcosa in dialetto. Non penso che lo stia dando a me, in pochi metri quadrati c’erano 20-30 persone. “Il rosso è per lei” ed io “Ma che ca…fai mi butti fuori a me?” Si gira, si ferma perché davanti c’era un altro giocatore nostro ed io sull’orecchio gli ho detto ‘ma che c….fai?’ Fa tre fischi e finisce la partita. Indecoroso. Lo strattono? Io non ho strattonato nessuno, ho i testimoni. L’ho seguito in campo per 60 metri? Si gliene ho dette di tutti i colori ma ad un metro e mezzo. Non ho minacciato di morte nessuno. Ed è la parola mia contro la sua che nella giustizia ordinaria ha lo stesso valore. Fuori dal calcio siamo uguali. Della giustizia sportiva non me ne frega nulla, non voglio sconti ma porto tutti in tribunale perché quest’uomo si deve vergognare perché non l’ho nemmeno sfiorato. E lo denuncio anche per omissione di soccorso perché c’era mia moglie svenuta davanti agli spogliatoi e lui non l’ha soccorsa chiudendosi dentro. Porterò a testimoniare anche i guardalinee come dei carabinieri papà di alcuni ragazzi presenti al campo. Porterò a testimoniare tutti perché io con figli e nipoti una vergogna del genere non la posso accettare”.
Le accuse all’Aranova
“Per vincere una partita, per paura di riprendere una partita che l’arbitro ha interrotto a circa un quarto d’ora dalla fine, testimoniare una cosa che non hanno visto è vergognoso. Per cosa? Per una salvezza? Auguro loro di essere tacciati di qualcosa che non hanno commesso non solo dalla giustizia sportiva ma anche da quella ordinaria. Qualche dichiarazione loro avrà pesato, si devono fare un grosso esame di coscienza quelli dell’Aranova perché quello che oggi è successo a me nel calcio gli può succedere nella vita, e lì sono veramente guai: state attenti a dare dei giudizi, per vincere una partita non si possono adottare questi mezzucci. Non ho parlato male di voi, non ho detto che l’avete fatto apposta ma non potete dire cose che non sono vere”
La promessa di Mario Lenzini
“Tutto questo non lo faccio per annunciare che farà ricorso alla giustizia sportiva, quella non mi serve. Non mi merita la Federazione, gli arbitri e nemmeno gli avversari. Perché io con questo mondo ho chiuso. Anzi passerò il mio tempo libero a cercare di smascherare tutti gli intrallazzi che sono presenti in questo mondo del calcio compreso quello arbitrale. Perché è ora di scoperchiare il vaso compreso quello arbitrale. Mi adopererò con tutte le forze legali in mio possesso per farvi capire quanto siete piccoli e falsi e non vi auguro nulla di quello che sto pensando io”.