La situazione Covid spaventa tutto il calcio dilettantistico e probabilmente lo metterò in ginocchio da qui ad un mese. L’inapplicabilità del protocollo Figc di fronte alle imposizioni della Asl che, in caso di una positività mette in quarantena tutto il club per due settimane senza tamponi immediati ha creato profonde riflessioni negli addetti ai lavori per i quali il calcio non è una priorità di fronte a famiglia e lavoro.
Abbiamo già visto come la Vigor Acquapendente abbia anticipato tutti, immaginando la situazione che si sarebbe venuta a creare. Ora altri protagonisti cominciano a gettare la spugna.
E’ il caso di Paolo Proietti. Alla vigilia del debutto in campionato nella giornata di ieri il tecnico del Cura 1980 ha rassegnato dalle dimissioni proprio per non mettere a rischio, a causa del calcio, famiglia ed attività lavorativa: “Vista la situazione che si sta creando col Covid nel calcio dilettantistico, vedi Canale Monterano, ho deciso di lasciare il mio impegno col Cura. Persone della Asl mi hanno confermato il loro protocollo: se dovessero trovare un solo giocatore positivo mettono in quarantena tutto il gruppo squadra. Protocollo che avevano creato Figc e Governo non viene attuato e di conseguenza non ci dà nessuna sicurezza. Questo mi ha fatto riflettere non solo per la mia famiglia ma anche per la mia attività lavorativa. Dispiace ma non me lo possono permettere”.
Il rammarico, per mister Paolo Proietti è grande, il suo Cura si era attrezzato per fare un bel campionato ma la minaccia Covid è grande: “Ora andrò a salutare i ragazzi, mi auguro che non ci siano problemi per loro e che vada tutto liscio ma temo che il calcio dilettantistico sarà costretto a fermarsi perché qui si rischia tutti. Basta un quarto d’ora di contatto con un positivo che ti fermano per 15 gg in attesa di tamponi. Il calcio è un divertimento, è fatto di reazione e di emozioni. Non ce lo possiamo permettere. Con rammarico devo gettare la spugna nella speranza che l’anno prossimo possiamo ricominciare”.