L’episodio di domenica a Vetralla che ha visto il tecnico David De Paolis, suo padre ed il calciatore Zimmaro salvare la vita evitando il soffocamento del portiere avversario dell’Allumiere Tiziano Galimberti dopo la perdita di conoscenza in uno scontro di gioco ha un po’ scosso tutto il mondo del calcio dilettantistico provinciale.
Dai protagonisti della vicenda, a distanza di qualche giorno, passato lo spavento, arriva un grido di allarme.
Il tecnico del Cura 1980 David De Paolis sottolinea l’importanza della diffusione della conoscenza delle manovre di primo soccorso: “A questi livelli non si gioca per soldi ma solo per passione. Farlo in sicurezza sarebbe il minimo. Non so chi ci possa ascoltare anche perché il caso di Galimberti non è né il primo né sarà l’ultimo all’interno di un impianto di gioco. Capisco come sia difficile soprattutto in città, vedi per esempio Roma, garantire in tutti i campi sportivi un ambulanza o un presidio di primo soccorso in grado di intervenire in episodi gravi come questo però un’alternativa c’è ed è quella di formare e qualificare all’intervento non solo un dirigente per squadra ma almeno i due allenatori e l’arbitro. In Italia c’è ancora poca cultura della prevenzione ma solo in questo modo possiamo contribuire tutti noi a salvare vite umane. Saper eseguire manovre salvatita è fondamentale”.
La soluzione? Sicuramente gli organi istituzionali dello sport possono e devono fare qualcosa per migliorare lo stato attuale delle cose: “La Federazione prevede l’obbligo dall’Eccellenza alle categoria superiori – ricorda mister De Paolis - medico in campo compreso. Però sono dell’opinione che le categorie inferiori non devono essere dimenticate. Motivo per il quale le autorità sportive dovrebbero sensibilizzare il tema della prevenzione, rendere d’obbligo un corso di manovre salvavita in tutti i corsi di abilitazione tecnica o quantomeno costringere tutte le società ad avere un ambulanza anche elargendo qualche contributo ad hoc”.