Il Canale Monterano è stata la prima società a vivere sulla propria pelle il problema Covid. Ora sembrano passati anni luce da quando ci interrogavamo sull’effettiva validità dei protocolli, sulle comunicazioni ASL e via dicendo.
Dopo quasi due mesi da quegli eventi il tecnico dei gialloblu Alessandro Oroni ci racconta quei momenti e le difficoltà attraversate: “Noi siamo stati i primi ad aver il problema del Covid. Ti accorgi giorno dopo giorno della gravità della cosa e non riesci nemmeno a gestirla. Ci sono ragazzi costretti a rimanere a casa per 43 giorni tra la prima quarantena, la successiva positività fino alla definitiva negativizzazione. Il problema è che noi facciamo un’altra vita oltre al calcio e così diventa tutto più difficile”.
C’è stato un momento dove il Canale Monterano stava sul punto di mollare. L’interruzione del campionato e quindi il mancato ritorno in campo dopo quelle prime due vittorie ha probabilmente salvato tutto ed invertito la rotta: “Ho temuto che mollassimo tutti - prosegue mister Oroni - perché la paura dei contagi e quelli effettivi aveva innescato in tutto il gruppo la voglia di non proseguire. C’era il rischio di non poter andare a giocare la domenica, non so in che condizioni ma avremmo continuato perché i ragazzi sono attaccati al paese ed alla maglia. Poi hanno stoppato tutto. Adesso la paura è passata, i ragazzi hanno risposto bene e fanno due allenamenti a settimana secondo il protocollo consentito, scaglionati e senza l’uso degli spogliatoi. Fortunatamente sono quasi tutti del posto. Non pretendiamo di far venire al campo invece quelli che vengono da fuori”.
Il futuro del calcio dilettantistico è una grande incognita. Per mister Oroni difficile in questo momento fare previsioni sulla ripresa: “E’ un bel caos, non so come ne usciranno fuori. Si naviga talmente a vista che non è possibile stabilire quando e come ricominciare. Non si può ripartire e poi rifermarsi. Quando si ricomincerà servirà aver acquisito una tranquillità che ci possa far arrivare fino in fondo. Ora c’è da aspettare quello che succederà e basta”.