Campionati regionali fermi almeno fino al 3 dicembre giorno in cui scadrà il nuovo DPCM firmato ieri dal premier Giuseppe Conte.
Il Crlazio ha subito pubblicato un nota nella quale comunicata il prolungamento della sospensione di tutte le competizioni dal 24 novembre fino al 3 dicembre con le disposizioni relative agli allenamenti individuali nei centri sportivi che da ieri non consentono nemmeno l’utilizzo degli spogliatoi.
Una mazzata per le società, molte delle quali anche per una ragione di salute sono costrette ad interrompere ogni tipo di attività soprattutto per scuola calcio e settore giovanile (andiamo incontro all’inverno, si alza il rischio d’influenza e le scuole dell’infanzia, elementari e media sono rimaste comunque aperte).
Ora per molti club inizia a brancolare la paura di non poter più riprendere. Sanno benissimo tutti che il 3 dicembre sarà solo uno step e che il Covid 19 visti i numeri non può sparire in trenta giorni.
Le spese iniziali (iscrizioni, kit di allenamento, attuazione protocolli) sono andate bruciate in pochi giorni, ci sarà la necessità per qualcuna di restituire le quote della scuola calcio ma soprattutto c’è un nodo grosso per quanto riguarda le prime squadre: come comportarsi con gli allenamenti? Cosa programmare? Come gestire la questione rimborsi ai calciatori non avendo una data certa di ripresa e con qualche sponsor che non garantirà il suo contributo senza una ripresa del campionato? Ed il regolamento apre addirittura una finestra ad inizio dicembre.
Le società, attraverso i suoi presidenti, iniziano a mugugnare anche se dovrebbero avere il buon senso di unirsi ed emettere una voce collettiva che abbia un peso e che possa di conseguenza essere ascoltata nel Palazzo.
Motivo per il quale, oltre alla sospensione, serve da parte del Comitato Regionale Lazio maggior spirito di collaborazione con chi, le società in prima persona, garantisce la vita di questo movimento. Lo smart working, visto che la nostra Regione è in zona gialla, poteva benissimo essere evitato per mettere in campo una serie di consultazioni con le società (siamo nel 2020 e le video conferenze sono utilizzate anche in prima elementare), a cominciare da quelle di Eccellenza e Promozione arrivate alla quinta giornata, su come impostare una stagione che molto probabilmente non inizierà prima delle fine di febbraio. Perché l’inverno è lungo, anzi ancora deve cominciare, e l’emergenza sanitaria potrebbe non ancora aver raggiunto il suo picco.