Eccellenza, solo Eccellenza. Non si parla d’altro.
Da quaranta giorni circa tutte le attenzioni della Federazione e degli addetti ai lavori sembrano essere concentrare sulla ripresa del massimo campionato regionale.
Vuoi per la regolarità del torneo di serie D, vuoi per dare un primo segnale di ripresa dell’attività sportiva, Figc e Lega stanno tentando con non poche difficoltà (vedi le mancate adesioni tra Eccellenza, serie C1 maschine e serie C femminile di calcio a 5) di far riprendere quello che rappresenta forse il 5% del movimento calcistico dilettante della nostra regione.
Ed alla stragrande maggioranza chi ci pensa? Ovvio che la situazione sanitaria ed il momento che sta vivendo l’Italia non può permettere una ripresa di attività e campionati. Non ci sono i presupposti sanitari ed economici per sostenere la ripartenza (su questo la nostra redazione ha calcato la mano più volte) ma sul movimento è calato il silenzio da parte di tutte le istituzioni del nostro calcio.
Dalla Promozione alle categorie minori fino ai settori giovanili, nessuno ha più parlato e pensato alle migliaia di ragazzi che sono fermi da praticamente un anno.
Eppure era il 21 gennaio scorso quando il Comitato Regionale Lazio, forte della rielezione di Zarelli e del Consiglio Direttivo, aveva emanato una nota con la quale il Crlazio “pur comprendendo che il percorso non sarà di difficile attuazione e quando arriverà il via libera dalle autorità governative e sanitarie, sta davvero prendendo in considerazione in considerazione l'ipotesi di una ripresa di tutti i campionati, regionali e provinciali, giovanili comprese”.
Ora comprendiamo che non c’è stato il via libera e che la situazione non è migliorata ma perché a quasi due mesi di distanza è calato il silenzio? Perché non lavorare insieme alle società ad una possibile soluzione per la prossima stagione in attesa che la Figc o chi per essa dichiari definitivamente conclusa la stagione?
Perché pensare ad un qualcosa al fine di evitare di disperdere un patrimonio che probabilmente a settembre emigrerà verso altri sport individuali (vedi tennis, paddle, atletica, ciclismo ecc…)?
Perché non progettare un ritorno a settembre di tanti ragazzi alla vera attività sportiva invece di spendere tempo e risorse ad organizzare il torneo di FIFA 2021?
Dove sono tutti quei ‘politici del calcio’ che tanti kilometri avevano percorso per accaparrarsi le deleghe alla candidatura e che ora invece non stanno avendo alcun colloquio con le società molte delle quali ad agosto hanno pagato intera iscrizione senza mai scendere in campo?
A tutto questo sappiamo che non avremo risposte. Ma intanto il grido d’allarme l’abbiamo voluto lanciare, prima che sia troppo tardi.