Dopo due stagioni e mezza di grandi soddisfazioni condite da un terzo posto ed una vittoria del campionato il direttore Giulio D’Alessio lascia la Fulgur Tuscania. La situazione di emergenza Covid e tutta la precarietà che si sta vivendo in queste settimane nel girone A di Promozione sembra essere stata la spinta a prendere un momento di pausa.
Giulio D’Alessio fa un passo indietro con il calcio, almeno per il momento…
“Spero che non sia un addio ma un arrivederci. C’è molto rammarico ma è una scelta meditata e ponderata ma non riesco più a divertirmi. Il cuore mi dice che tutto debba andare avanti come se niente fosse, specialmente per i più giovani che trovano nel calcio una passione e il momento per stare tutti insieme e magari gioire e abbracciarsi per un gol segnato. Purtroppo in questo difficile momento tutto questo non è possibile e andare al campo per allenamenti individuali, con mascherina e mantenendo il distanziamento sociale abbia poco a che fare con la passione e il divertimento. Non è colpa di nessuno ma per tante società è un protocollo inattuabile. Forse in provincia solo Montefiascone Tuscania hanno gli impianti per attuarlo ma non è fattibile che ci rinchiudono a casa due settimana in caso di positività di un tesserato. Non sarebbe una quarantena diretta per una negligenza o sfortuna per questioni lavorative o familiari”.
Abbiamo insomma capito che al direttore non piace il sistema attuale?
“Faccio un esempio pratico. Si va a preparare una partita come quella di domenica contro il Palidoro che sai già che non si giocherà ma la Federazione non ti manda comunicazioni prima di giovedì o venerdì e dunque una società vive sempre nel dubbio. E questa cosa è un fatto gravissimo perché va contro i protocolli. I tecnici, sapendo del rinvio, potrebbero infatti organizzare un paio di allenamenti individuali ed evitare assembramenti. Sembra tutta una barzelletta, mi sento un burattino inerme. Altro esempio che non condivido nel nuovo DPCM: ragazzi che sono in classe insieme ed uno può giocare perché disputa campionati regionali e l’altro fermo perché fa i provinciali. E’ più facile e soprattutto meno pericoloso spostare un pullman con 40 persone per andare a giocare a Roma o quattro macchine per andare a giocare una partita di un campionato provinciale?”
E’ difficile anche commentare un campionato del genere come quello che sta disputando ora il Tuscania?
“Siamo arrivati a dodici recuperi dopo quattro giornate, arriveremo sicuramente a sedici con la quinta. Chi sta giocando in modo normale siamo solo Tuscania e Sorianese (solo queste due squadre hanno disputato tutte e quattro le gare ndr). Al 20 di ottobre non è possibile, è un campionato falsato”.
Tuscania nel cuore?
“Ringrazio anche la società Fulgur che ha capito la mia scelta e in modo particolare rispettandola. Spero che sia soltanto un arrivederci in attesa di tempi migliori. Faccio al mister Andrea Capotosto e a tutto la società un grosso in bocca al lupo in questo difficile momento”.