Venti anni di presidenza, venticinque in totale. Per Lorenzo Minciotti ed il Montefiascone sono nozze d’argento, una vita tutta spesa al servizio di una delle più storiche e titolate società calcistiche della Tuscia.
Cinque anni di dirigenza alla quale si è aggiunta la bellezza di un ventennio di presidenza. Trionfi, soddisfazione e, come succede nel calcio, anche qualche delusione. Un saliscendi di emozioni che lo stesso Minciotti ci racconta ai nostri microfoni.
Presidente Minciotti, come è nata la passione per il Montefiascone calcio?
“Tutto è iniziato nel 1995-96 quando l’amico Ennio Cuccuini allenatore della prima squadra che mi chiamò per fare il dirigente. Io ero poco più che trentacinquenne. L’anno successivo si dimise il presidente in carica sostituito dal dottor Busà che però poteva essere presente la domenica in casa. Mi ritrovai insieme agli altri amici ad occuparmi di tutto. Vedi Carlo Santini figura storica che era già alle Fontanelle prima di me. Poi nel 2000 divenni presidente. Ma il Montefiascone non è solo Minciotti. Una menzione va fatta per i preziosissimi collaboratori come il già citato Santini, i tre vice presidenti Sciuga, Bastianelli e Giommetti, poi gli altri del consiglio da Brachini al dottor Fanali fino ad Andreazzi, Scoponi ed il mitico Toti. Otto-nove persone che da oltre vent’anni hanno condiviso con me quest’avventura”.
Minciotti ed il Montefiascone: una storia che ne potrebbe raccontare tante…
“Sicuramente. E’ stata una storia bellissima fino a cinque-sei anni fa. Negli ultimi anni sono venuti a mancare risorse umane ed economiche. Gestire una società come la nostra è diventato un affare sempre più complicato. Da qui l’idea di questo progetto giovani con l’obiettivo di valorizzare quello che facciamo nel settore giovanile e scuola calcio. Motivo per il quale abbiamo cercato di investire di più nelle figure professionali a partire dall’attività di base. Il che ha portato ad un enorme ampliamento di compiti con le altre società dilettantistiche insieme alle quali gestiamo palazzetto dello sport e tre campi da calcio. C’è un dispendio di energie enorme: lavanderia, custode, addetti alle pulizie, nutrizionista, specialista nel recupero infortuni fino alla parte tecnica che ci ha portato ad essere da anni scuola calcio elite e collaborare con l’Empoli. Se non metti in piedi un progetto come questo qualsiasi società è destinata a sparire negli anni”.
La gioia più bella?
“Di ricordi ce ne sono tanti. Non posso non menzionare, al mio primo anno da dirigente, il gol allo scadere di Bellacima a Capodimonte che ci permise di salvarci nel campionato di Prima Categoria. Era il giorno della Cresima di mia figlia e mia moglie me lo rimprovera ancora di non essere andato. Ma ce ne sono una miriade di soddifazioni con i 24-25 trofei e titoli che ci siamo aggiudicati tra prima squadra e settore giovanile”.
Il giocatore più forte che ha avuto?
“Sarebbe brutto lasciare qualcuno fuori ma a mio avviso avrebbero dovuto fare altre categorie i vari Rosetto, Bellacima e Carletti oppure due come Centaro ed il portiere Cecchetti che un anno prima erano nel Torino di Vatta. Oppure il capitano Italo Di Biagio che ha fatto per sette anni Montefiascone-Civitavecchia. Ma anche Cesarini e Grimaldi. Mi è rimasto un ottimo rapporto con tutti quelli che sono passati qui eccetto quattro-cinque. Negli ultimi due anni c’è un gruppo che va dal ’99 al 2003 che saranno il futuro del Montefiascone e che ci stanno già dando soddisfazioni enormi”.
Capitolo allenatori? Pochissimi esoneri da presidente..
“Quello di Valentini è stato l’unico caso del quale mi sono pentito. In un momento di nervosismo ci fu una discussione che oggi non rifarei mai e per la quale mi sono scusato. Ho avuto con tutti un ottimo rapporto, molti ne abbiamo scoperti noi: Scorsini per ha cominciato dalla nostra juniores, Del Canuto l’abbiamo lanciato noi in Eccellenza dopo che aveva vinto un campionato di Allievi provinciali con la Sorianese. Penso che anche loro possano ricordare con piacere questa società”.
Si salva il Montefiascone quest’anno?
“Sicuramente. E’ vero che auspicavamo qualcosa di più ma sarà per il prossimo anno coi nostri giovani”.
Capitolo Coronavirus. La società di Minciotti come ha deciso di affrontare questo momento così delicato?
“La società ha deciso di allinearsi alle indicazioni della Federazione sospendendo tutte le attività fino al 16 marzo per tutte le categorie. La mia speranza è che per quella data questo virus si sia attenuato e si possa riprendere l’attività completamente ma sempre con le dovute prevenzioni igienico-sanitarie”.