Dopo venti giorni di stop forzato in casa Montefiascone si comincia a perdere la speranza di tornare a stretto giro alla normalità. Il presidente dei falisci Lorenzo Minciotti, al suo venticinquesimo anno in società, analizza il brutto momento di emergenza che sta vivendo il nostro paese e le sue conseguenze sul calcio italiano.
Presidente Minciotti che momento è per il paese e per il calcio dilettante?
“In 25 anni non ho mai saltato un allenamento, figuriamoci quanto mi manca odore dell’erba ma ora è fondamentale tutelare la salute di tutti. Al momento qui a Montefiascone la situazione è abbastanza tranquilla, ci sono una decina di persone in quarantena preventiva e basta. La preoccupazione è generale, cerchiamo di stare in contatto con tutti i ragazzi compreso il settore giovanile, li proponiamo qualche allenamento in giardino o sul terrazzo per chi ha la possibilità ma sono abbastanza pessimista su un ritorno prossimo alla normalità”.
Pausa forzata ma Minciotti crede ad una ripresa eventualmente a maggio?
“In questi giorni approfittando del momento di pausa grazie anche all’apporto economico del Comune abbiamo iniziato l’ammordernamento della struttura. Faremo una mezza rivoluzione, stiamo facendo un bellissimo lavoro nella speranza di riprendere, quando sarà, con uno spirito diverso. Provvederemo anche alla seminazione del campo perché credo che a parer mio, la stagione calcistica come la scuola sia terminata qui. La vedo difficile dal punto di vista del giorni a disposizione per concludere eventualmente la stagione ma anche dal punto di vista mentale”.
Che decisione prenderanno secondo il presidente del Montefiascone?
“La questione è difficilissima gestione. Qualsiasi decisione possa prendere la Federazione scontenterebbe qualcuno. Con nove partite alla fine sarebbe potuto succedere di tutto. Per chi ha investito tanto sarebbe un anno bruttissimo. A chi deciderà spetterà un compito molto arduo”.