E’ una Coppa Italia di Promozione da rifondare. Ieri pomeriggio abbiamo assistito all’ennesimo scempio. Giocare il ritorno dei Sedicesimi di finale praticamente a dicembre (27 novembre) sotto il diluvio e con bufere di vento alle ore 14.30 è l’ennesimo segnale che questo tipo di competizione, così strutturato non ha senso.
Campi impraticabili, persone che si spostano anche per 80-100 km mettendo a rischio la propria incolumità, costrette a rinunciare alle proprie giornate lavorative per essere sul posto almeno un’ora prima del fischio d’inizio. Qualcuno si presenta addirittura in 14-15 elementi per cause di forza maggiore. Acqua e vento trasformano poi il tutto in ‘non partite’ di calcio.
E come se non bastasse gli ottavi di finale l’11 dicembre e l’8 gennaio con le 16 squadre in questione chiamate ad un vero e proprio calvario. Quarti di finale tra gennaio e febbraio con semifinali a marzo. Ed il mese di aprile? Quando i campi sono asciutti e l’orario permette di giocare anche alle 16.00? Semplicemente vuoto perché il Comitato Regionale è impegnato in tutte le sue attività giovanili che, al 99 per cento dei casi, interessano poco alle società di Promozione.
Come disse il buon Gino Bartali “L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare!”. Perché non prendere spunto dalle regioni limitrofe? Perché non giocare turno preliminare e Trentaduesimi a fine agosto e prima settimana di settembre prima dell’inizio del campionato al posto di inutili amichevoli estive? Quando poi non ci sono infortuni ed il sole permette orari diversi? Oppure perché non adottare la formula della serie D con gare ad eliminazione diretta fino ai quarti di finale quando si passerà al tradizionale andata e ritorno?
Ci sono decine di soluzioni ma continuare sulla stessa strada è come scavare una fossa che pian piano sta diventando sempre più profonda. Una Coppa del genere non interessa a nessuno ed il presso da pagare per arrivare fino in fondo è troppo alto da pagare. L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare.