Se volevate assistere all’anticalcio non c’era bisogno di andare a vedere un match di Seconda e Terza Categoria in qualche campo di terra con un giovane arbitro inesperto.
La somma di quello che non può essere chiamata una partita di calcio è quanto accaduto nel match di campionato di serie D tra Lanusei e Ladispoli.
Siamo in Sardegna ed oltre ad un’accoglienza pessima, i pugni e calci sul pullman della squadra all'uscita dall'impianto (giocatori e dirigenti del Ladispoli difesi alla ripartenza dall’autista sardo) c’è il disastro arbitrale commesso dal direttore di gara Ilaria Bianchini di Terni e dei suoi collaboratori dai quali si potrebbe accettare una giornata negativa ma non quello che invece è nei limiti dell’ovvio per quel che riguarda le regole del gioco.
Ma ecco i fatti.
Minuto 35’st della ripresa, siamo sul punteggio di 0-1 per il Ladispoli con rete di Manoni. Sul tiro che ha portato al pari del Lanusei c’è un uomo a terra in evidente fuorigioco che si è fatto passare la palla sotto la schiena quindi in evidente posizione attiva di fuorigioco. Invece tutto regolare e palla al centro.
Minuto 37’st Bernardotto lanciato a rete viene atterrato fuori area. Bianchini non fischia, aspetta, fa cinque sei metri, dà un’occhiata all’assistente che gli suggerisce il calcio di rigore. Il Lanusei si porta sul 2-1.
Infine l’episodio clamoroso, la ciliegina finale come già detto fuori da ogni interpretazione delle regole del giuoco del calcio.
Minuto 95’ e c’è un rigore per il Ladispoli: siamo sul punteggio di 2-1 per il Lanusei che è dunque riuscito a ribaltare il risultato. Cardella si presenta sul dischetto ma la sua conclusione viene respinta da La Gorga. La sfera arriva sulla sinistra sulla testa di Casavecchia che la rimette al centro per l’accorrente Di Curzio (maglia bianca numero venti nel fermo immagine in alto) che arriva da dietro e deposita in rete. Davanti al calciatore del Ladispoli ci sono il portiere ed un giocatore del Lanusei al quale si aggiunge un altro difensore rossoverde sulla linea di porta che per il regolamento del fuorigioco sostituisce il portiere. L’arbitro Bianchini convalida il gol ma ancora una volta l’assistente, lo stesso che aveva convalidato il pari ogliastro, alza la bandierina ed annulla alla squadra di mister Cotroneo la rete del 2-2 finale.
La società del presidente Umberto Paris è letteralmente imbufalita per quanto accaduto ieri in Sardegna. Le parole del diesse rossoblu Paolo Nista sono ovviamente a nome di tutto il club rossoblu: “Quello che abbiamo visto ieri non ci era mai successo in tanti anni di calcio. C’è stato un concentrato di errori grossolani che hanno determinato il risultato. Rimane l’amarezza per la grande prestazione di una squadra che fino al 35’st aveva meritatamente tenuto il vantaggio. E’ sotto gli occhi di tutti, basta guardare le immagini ed i fotogrammi di una partita. Ritrovarsi con un pugno di mosche in mano è veramente avvilente. Non c’è giustificazione per non parlare dell’accoglienza ricevuta, pessima con cose veramente mai viste. Con altre società sarde, vedi Castiadas, Latte Dolce abbiamo rapporti ottimi. Lanusei non ci ha concesso nemmeno mezz'ora di spostamento per nostri motivi logistici di trasferta”.
Ora una riflessione ci appare spontanea, soprattutto dopo l'aggressione subita a palla lontana dal calciatore della Flaminia Gialuca Polizzi (ieri operato ai Gemelli di Roma per la frattura multipla alla mandibola), non sanzionata dall'arbitro. Perchè giocare in Sardegna sta diventando così difficile per le formazioni laziali? Perchè la terna arbitrale non riesce ad essere serena nel prendere le proprie decisioni? Un interrogativo che dovrebbe farsi il designatore arbitrale di serie D Matteo Trefoloni per la tutela dei sacrifici di ogni società di serie D.