Capodimonte furioso ed imbufalito per il comportamento arbitrale e le scelte della Federazione. La sospensione della finale tra i lacuali ed il Civita Castellana lascia ovviamente numerosi strascichi che il presidente della Delegazione provinciale Ermanno Todini dovrà ben gestire. Quello emesso dalla società del presidente Zuffi è un comunicato che va dritto per dritto senza badare a tanti formalismi:
“Doveva e poteva essere una giornata di bel calcio, una finale provinciale di terza categoria con due squadre solide e divertenti, arrivate prime nei rispettivi gironi dove, da padroni, hanno asfaltato ogni possibile team concorrente. Invece qualcosa è andato storto, sembra quasi scontato dirlo, ma l'arbitro è riuscito a perdere incredibilmente il controllo e l aderenza ad un match tutto sommato calmo, grazie al comportamento esemplare delle due capoliste in campo. Ma procediamo con ordine. La partita è bella e vivace, condita con belle giocate. Il Capodimonte tiene palla e gioca in velocità sfiorando il goal, mentre il civita castellana si rende pericolo in ripartenze impostate da un centrocampo intelligente ed energico. Il primo tempo si conclude in uno 0-0 che lascia aperte le porte ad una trama interessante. Il secondo tempo si apre con un Capodimonte roboante che dopo aver pressato costantemente trova la rete su un calcio di punizione magistrale di Capocecera. Ma passano 4 minuti e l'arbitro non vede un clamoroso fuorigioco di 4 metri Civitonico! Sono veementi le proteste della compagine lacustre ma il gol che ne segue e' convalidato. A dirla tutta già il calcio di punizione da cui scaturiva la rete ci è sembrato inesistente. Il Capodimonte a testa bassa attacca e trova un'altra rete per il vantaggio del 2-1. Subito dopo però si inventa una magia "....il n 10 B.R." Che riporta in parità la partita. Ed ecco il fattaccio, l'ennesimo in realtà: palla in profondità della compagine civitonica e contrasto in area di rigore. Un intervento pulito e regolare agli occhi di tutti tranne per l'arbitro che fischia calcio di rigore ed espelle il difensore per il presunto intervento. Quello che segue non è più calcio. Il Capodimonte, vittima del secondo abuso arbitrale netto in 15 minuti esplode. I giocatori si raccolgono increduli e furiosi verso l'arbitro che non sapendo più cosa fare emette il triplice fischio finale dispensando rossi un po' a caso. L'incredulità più impensabile si realizza quando, incalzato dai giocatori inalberati, lo sentiamo affermare "ho sbagliato ho sbagliato". Ha sbagliato, ne siamo certi; e lo ha fatto clamorosamente, ma come si dice in gergo " la colpa non e' sua ma di chi ce lo manda". Ecco il vero tasto dolente, i lacustri hanno dovuto fare 100 km per giocare una finale su campo neutro che neutro non era, essendo quello della finalissima il campo del civita castellana. Hanno trovato un arbitro nemmeno definibile casalingo, ma incapace. Incapace di gestire partita ed episodi. Quindi ci chiediamo come la federazione per una partita del genere non abbia optato per un campo neutro, un arbitro con esperienza ( e non un diciassettenne ) o magari per una terna. Sarebbe curioso domandarlo, ma il presidente della federazione era li, impietrito di fronte a tale scempio sportivo, e quello che ha potuto dire è stato solamente un laconico "che ci posso fare". Si poteva, si poteva fare molto di più. Perché oggi i protagonisti non sono stati i giocatori in campo, ma un arbitro spaesato, perso e in confusione Ma soprattutto una federazione forse troppo approssimativa”.
Il tecnico del Civita Castellana Fabrizio Santini non entra in merito ai fatti finali ma è deluso dall'atteggiamento del Capodimonte riguardo alla descrizione dell'andamento di gara: "Rispetto l'avversario prima durante e dopo la partita, ma non voglio che si metta in discussione la prestazione della mia squadra durante la partita, sembra da questo comunicato che siamo stati presi a pallonate. Non è bello quello che ha fatto il Capodimonte, puoi commentare l'arbitraggio, ed hai tutti i diritti ma distogliere l'andamento della gara assolutamente no. Il Civita Castellana deve essere tutelato sotto questo punto di vista. Poi le decisioni che prenderà il giudice sportivo non ci interessano. Noi ce ne siamo tornati tranquilli negli spogliatoi. C'era un commissario di campo ed un presidente che hanno visto tutto".
Ora è normale che la verità come sempre dovrebbe essere nel mezzo. La nostra redazione ha provato a scoprire qualcosa di più di quello che è successo. Innanzitutto partiamo dal regolamento e su quello non ci piove: il Capodimonte ha rifiutato di disputare la doppia gara prevista di andata e ritorno per assenza dei giocatori impegnati nei seggi delle elezioni del 25 maggio. I civitonici ovviamente, giocando come da sorteggio la prima gara in casa, hanno concesso, d’accordo con la Delegazione, la gara unica ma a patto che si fosse giocata a Civita Castellana. Qui magari si può discutere sulla sportività del Civita Castellana ma era loro diritto mettere questo paletto. Ed il Capodimonte ha accettato. Per quanto riguarda l’episodio che ha portato poi alla sospensione della partita siamo venuti a sapere che il direttore di gara ha espulso cinque giocatori del Capodimonte in seguito all’episodio del calcio di rigore e quindi per forza di cose la gara non poteva continuare ad essere disputata per regolamento. L’arbitro a fine gara vantava anche dei segni rossi sul collo che inevitabilmente metterà a referto.
Probabile dunque la consegna a tavolino del titolo provinciale al Civita Castellana. Per il Capodimonte probabile una forte multa ma soprattutto il rischio di lunghe squalifiche in vista della prossima stagione.