Dopo le recenti trattative della Serie A e della Ligue 1, ora anche il prestigioso campionato di calcio inglese sta mettendo sul mercato i diritti di trasmissione per le prossime quattro stagioni. I fan possono aspettarsi un'ulteriore espansione delle partite trasmesse in diretta, nonostante la persistente "regola del blackout".
I pacchetti di offerta
Dopo le recenti cessioni dei diritti di trasmissione della Serie A e della Ligue 1, ora è il turno della Premier League di offrire i diritti di trasmissione nazionali per le prossime stagioni. A differenza dell'Italia e della Francia, il prestigioso campionato inglese mira a ottenere un contratto dal valore superiore al miliardo di euro annui, mentre gli altri due campionati stanno lottando per superare la soglia dei 900 milioni.
Secondo quanto riportato dal quotidiano The Financial Times, la Premier League si prepara a lanciare cinque nuovi pacchetti di offerte per i broadcaster interessati, comprendenti circa 270 partite disponibili a stagione, un numero senza precedenti nelle precedenti trattative. I dirigenti della lega inglese hanno confermato proprio recentemente che nel bando di vendita saranno inclusi cinque pacchetti distinti, offrendo tra 42 e 65 partite trasmesse in diretta per stagione. Il bando riguarda la copertura delle partite per i prossimi quattro campionati.
Il vincolo della blackout rule
Il regolamento impedisce a un singolo acquirente di acquisire più di quattro pacchetti, i quali includono le giornate di avvio del campionato il venerdì e la chiusura con il tradizionale "Monday Night". Nonostante la pressione da parte dei club e le voci circolanti, la regola del "blackout" che proibisce le trasmissioni di eventi sportivi durante le ore 15 del sabato sarà mantenuta.
Rinnovata durante la pandemia e con un accordo triennale, l’asta precedente ha raccolto fondi per circa 5 miliardi di sterline, che al tasso di cambio attuale equivalgono a 5,7 miliardi di euro. I principali broadcaster che si prevede parteciperanno all'asta per ottenere i diritti di trasmissione del prestigioso campionato inglese sono principalmente tre: Sky, DAZN e TNT Sports, quest'ultima di proprietà di BT e Warner Bros Discovery.
Le serie minori
È già da settembre che si vociferava che a partire dal 2028, la Premier League e la English Football League, che comprende i campionati di Championship, League One e League Two, avrebbero annunciato la decisione di mettere in vendita un formato di pacchetto contenente entrambi i loro diritti televisivi esteri. Di conseguenza, il vincitore del pacchetto avrà il diritto di trasmettere non solo le partite della Premier League, ma anche delle leghe equivalenti alla nostra Serie B, C1 e C2 (o C e D).
A titolo di esempio, quest'anno in Italia Sky trasmette la Premier League, mentre DAZN trasmette la Championship. Tuttavia, questa situazione cambierà radicalmente nel prossimo futuro. Le prime quattro divisioni del calcio inglese saranno unificate, avendo un impatto notevole sulle leghe inferiori sia dal punto di vista visivo che economico.
Si prevede che la Championship, la League One e la League Two vedranno un triplicarsi dei loro ricavi, che sono già considerevoli grazie a una politica di crescita condivisa all'interno del panorama calcistico inglese. La Premier League, infatti, devolve annualmente 130 milioni di sterline dei suoi proventi dalla vendita dei diritti televisivi alla EFL, che li distribuisce tra i 72 club che ne fanno parte.
Dall'arrivo del nuovo pacchetto, la EFL otterrà il 15% del totale dei ricavi. Considerando che attualmente la Premier League guadagna circa 3 miliardi dalla vendita dei diritti, questo incremento rappresenterà un notevole salto, avvicinandosi a 300 milioni di euro all'anno per le serie minori. Un dato rivelatore, se confrontato con l'Italia, dove complessivamente la Lega B e la Lega Pro generano circa 50 milioni di euro l'anno.