di Massimiliano Morelli
Succede sempre che se hai due persone cui vuoi bene e magari sono sportive, ironiche e fra le altre cose amiche fra loro, una la “metti in mezzo” e l'altra la esalti. Alzi la mano che mai ha fatto una cosa del genere. Bene, non vedo mani rivolte al cielo... Così ti ritrovi un giorno a presentare una serata, quella dell'Oscar del calcio della Tuscia 2017, e cominci a snocciolare un refrain del tipo “Iacomini è mejo de Nencione”. Detto alla romana, perché rafforza il gusto del sarcasmo. Il bello è che quella sera mi ritrovo a premiare Maurizio Nencione come miglio portiere della stagione (con la maglia della Polisportiva Monti Cimini), e Giuseppe Iacomini è in sala. La fortuna è che i due attempati portieri, classe 1981, si conoscono da una vita e si stimano reciprocamente, per cui la cosa passa inosservata, fra sorrisi, frizzi e lazzi. Ma accade pure che quel diavolo che vive nell'animo del cronista debba sempre e per forza di cose studiare qualcosa di diverso per accattivare la platea. Così quel “Iacomini è mejo de Nencione” continua imperterrito a vagare nella mente, e pensi a come trasformare quel refrain personale in un monito per tutti, che dici... “hai visto mai? Un giorno uno striscione con una scritta simile lo trovi pure su un campo della Tuscia”. Ne deriva che quando ti ritrovi a casa di Luca Pulino per premiare Gianluca Cosenza con l'Oscar del calcio della Tuscia 2018 dell'anno successivo, il genio malefico s'affaccia. “Luca, per favore, puoi dire questa frase?”. E Luca che fa? La ripete. Così la registriamo pure, e chissà se un giorno la useremo per un montaggio televisivo, chessò... di un prgramma dedicato solo al football di queste parti. Il diavolo secondo voi s'accontenta? Macché... s'alza di buzzo buono dal letto e tre giorni dopo scrive sulla bacheca dell'ex capitano del Capranica “Luca, confermi che Iacomini è mejo de Nencione?”. Passa qualche minuto e Luca risponde “Confermo assolutamente!”. Così il diavolo per ora s'acquieta, fermo restando il fatto che il 12, alla serata degli Oscar ideata da Alessio Fratini, spera ci sia anche “Nencio” fra gli astanti. Con un unico timore. Qualora Murizio Nencione dovesse tornare un giorno a giocare dalle parti del diavolo, con la maglia della squadra che quel diavolo segue per mille e più disparati motivi... beh... quel diavolo comincerà a scappare. Perché manco Lucifero lo salverebbe.