di Massimiliano Morelli
Non conoscevo Luca Pulino se non attraverso quel che si trova in Rete. Che si scrive con la maiuscola perché intendo Internet, non la rete di una porta da calcio, tanto meno quella dei pescatori. L'occasione dell'incontro me l'ha offerta Alessio Fratini, che ormai vive in simbiosi con Peppe Iacomini, quello del refrain “Iacomini è mejo de Nencione”. M'ero proposto di riprendere l'incontro fra Luca e Gianluca Cosenza con una telecamera professionale, e non con uno “uauei” qualsiasi, Fratini ha accettato la proposta (e vorrei vedere) esattamente come si accetta l'invito da Maria de Filippi a “C'è posta per te”. Si, lo so, non si si scrive così “uauei”, ma se trascrivo il nome corretto rischio l'ammonimento dall'Ordine dei giornalisti per pubblicità occulta o una denuncia dall'azienda, preferisco dribblare. Insomma ci accoglie la mamma, mentre Luca osserva in tv Cecchinato-Djokovic, un italiano di nuovo che vagheggia la semifinale a Parigi dopo quarant'anni e il tennista più educato del ranking. Preparo le telecamere, la triade Iacomini-Cosenza-Fratini chiacchiera senza soluzione di continuità e Luca, presumibilmente, ascolta il chiacchiericcio di tre che sembrano comari e non addetti ai lavori del pianeta-pallone. Parte l'intervista, mentre il signor Terenziano, papà di Luca, propone oltre alla birra (già servita e scolata in un amen) un goccetto di quel liquorino fatto con non si sa cosa, ma che va giù che è un piacere. L'augurio è che non ci sia un controllo della stradale sulla Cassia, altrimenti si va in galera e gettano la chiave. Otto minuti di video, doppia inquadratura, mica “micio micio bau bau”. Diciamo che l'unico errore lo commette Cosenza, che per stringere la mano a Luca posiziona la coperta sul microfono, ma lo perdoniamo, del resto gli autogol... ne avrà fatti di peggiori, no? E poi, a dirla tutta, le magie della post produzione tornano utili, l'audio comunque si riesce comunque a far sentire. Insomma, questi conversano che sembrano macchinette del caffè in ebollizione, Luca risponde alle domande e commenta pure lui, spesso con sarcasmo. E dice pure l'arcinota frase “Iacomini è mejo de Nencione”. Cosenza si commuove, Iacomini pare un bambino e ruba con l'occhio ogni particolare, e di sicuro Alessio ruba con l'orecchio sperando che pure a casa Pulino venga fuori uno scoop di mercato. Io? Barcollo, che il liquorino di Terenziano comincia a fare effetto. Alla fine tiro fuori un servizio pulito e sufficiente nella ricerca del montaggio, con l'augurio e la speranza che chi c'era lo scorso anno possa dire “ahò, finalmente 'na ripresa decente, no come quella dello scorso anno”. Togliamo il disturbo, Luca è felice per lo meno quanto Cecchinato, che intanto ha conquistato la semifinale del Roland Garros, in quattro andiamo via soddisfatti. Io però aspetto l'invito di Luca per la “megamagnata” estiva, pare che una sera di luglio (o d'agosto? Non fate che non me lo dite), da non so quanto tempo, 'sto ragazzo che ha la forza d'un bisonte organizzi un party da far invidia a un pianificatore di matrimoni come Enzo Miccio.