E’ stato un fiume in piena lo Stefano Del Canuto che è uscito allo scoperto a 180 giorni dal suo esonero dalla Corneto Tarquinia. L’ex allenatore dei tirrenici è intervenuto il 1 maggio nella nostra trasmissione streaming ‘Aspettando il calcio giocato’ ed ha parlato del suo addio ai rossoblu dopo ben sei mesi. Ne è uscita fuori anche qualche frecciatina in risposta alle dichiarazioni del main sponsor della Corneto Raffaele Leggiero intervenuto nella stessa rubrica un paio di settimane fa.
Questo il sunto del suo intervento:
Corneto non pronta per il vertice?
“Sono d’accordo con Leggiero quando dice che ‘chi più spende ha più possibilità di vincere’ ma chi conosce il calcio sa che non è un’equazione perfetta. Bisogna saper spendere ed essere fortunati che tutto vada per il verso giusto. Basta guardare Tivoli ed Unipomezia: hanno investito più di tutti ma non sono al vertice. C’è l’alchimia ed altre componenti che fanno sì che sia l’anno vincente. Lo scorso anno in Promozione da outsider ben attrezzata, tanti fattori hanno fatto sì che la Corneto meritasse di vincere il campionato. Difficile definire gli obiettivi della Corneto ad agosto. L’idea era di riassaggiare un campionato che non facevamo da qualche anno, mettendo tre-quattro rinforzi al gruppo dell’anno passato provando ad essere l’outsider. Forse colpa mia, si è data troppa stima al sottoscritto ed al mio gruppo".
La famosa partita spartiacque…
"Quello 0-4 per mano della Pmc mi è stato rinfacciata, forse ha segnato il mio destino e mi ha cominciato a far capire certe dinamiche. Le partite è sempre facile giocarle dopo. Conosco Scorsini ed il bomber Vittorini ma non potevo snaturare la mia squadra dimostrando di essere preoccupato dopo una serie di risultati utili dai quali venivamo. Se fossimo andati in vantaggio forse avremmo cambiato atteggiamento. Purtroppo non è andata così. Ma rigiocherei nella stessa maniera nulla togliendo ai meriti degli avversari. Eravamo partiti bene, se non fosse per Zonfrilli contro la Boreale che parò di tutto saremmo arrivati a quell’appuntamento da primi in classifica.
Questione allenamenti
“Il giudizio fatto da un presidente che non è propriamente un addetto ai lavori non mi tocca più di tanto. Mi dispiace quando si parla, a livello professionale, sulla velocità, qualità e stimoli dei giocatori sotto la mia gestione. Bifini è stato fortunato a godere della forma di Catracchia e Monteforte i quali impiegano un po’ per entrare a pieni giri. Si può essere allenatori in tantissimi modi ognuno dei quali può essere giusto o sbagliato. Passare da sprovveduto non piace. So benissimo che farne quattro o cinque è meglio, si curano i dettagli ma non è una regola. C’è chi ne fa sei e sta a metà classifica. L’abbiamo fatto anche per un limitare i costi dei ragazzi che venivano da Roma e nessuno mi può smentire. Il mio metodo non lo cambierò mai, lo posso solo modificare in base alle mie esperienze. Sentirsi dire una cosa del genere da un presidente dopo due anni e due promozioni lo traduco con una poca riconoscenza per il lavoro che abbiamo fatto tutti insieme, dirigenza compresa”.
Presente e futuro di Del Canuto
“Non ho visto più partite dei dilettanti. Mi sono disintossicato ma allo stesso tempo aggiornato. Non mi sono fatto un’idea della prossima stagione. Poi questo è un momento in cui le società sono ferme e non parlano di futuro”.
Rapporto col gruppo Corneto
“Faccio i complimenti a tutti i giocatori della Corneto che ho avuto. Perché, fidatevi, quando c’è un gruppo molto coeso anche verso la mia figura, mettersi a disposizione del nuovo allenatore in maniera professionale non era così scontato e gli va riconosciuto. Non hanno mai fatto mancare il loro apporto sia prima del mercato sia dopo migliorando anche i rispettivi rendimenti. Mi hanno reso ancora più orgoglioso delle scelte che ho fatto sia dal punto di vista sportivo che umano. Non è stato bello sentire certe cose su Peppe Iacomini che è stato capitano, dirigente ed anima di questa squadra”.