Da outsider si è trasformata alla maggior candidata alla promozione in serie D.
La Boreale sta stupendo tutti per continuità di risultati, determinazione, carattere e soprattutto una solidità che in questo momento non hanno le proprie avversarie. Nel cosiddetto campionato del ‘chapa no’ come qualcuno lo ha definito più volte in questi ultimi mesi, potrebbe spuntarla il club del presidente Leonardi il quale dopo una lunga rincorsa si ritrova magicamente ad una lunghezza dalla capolista Anzio.
Il tecnico Mirko Granieri è sicuramente uno degli artefici di questa macchina con gli ingranaggi perfetti.
Nelle ultime nove partite, la maggior parte delle quali senza il bomber Toscano, la Boreale ha collezionato 23 punti (7 successi e 2 pari), sei più del Civitavecchia addirittura undici più dell’Anzio. La vittoria di ieri sull’Unipomezia imbattuta da undici turni è l’esatta prova che c’è anche la squadra biancoviola nella corsa al titolo.
“Sono d’accordo, adesso sarebbe un controsenso ed antipatico dire il contrario. Oggettivamente per il valore della profondità della rosa non c’entriamo nulla ma ci siamo, ce la godiamo e proveremo a stare lassù fino alla fine. Stiamo andando avanti sulle ali dell’entusiasmo, guardiamo partita per partita sarebbe deleterio guardare la partita”.
La Boreale ha vinto 7 partite su 15 per 1-0 e vanta di gran lunga la miglior difesa del girone con 23 gol subiti. Che segnale è?
“Sicuramente abbiamo un impianto difensivo importante ma quando si ottengono certi numeri è perché tutti tolgono a se stessi per dare alla squadra. Nel calcio moderno bisogna fare così per ottenere risultati., La difesa granitica nasce da qui”
Imbattuta (quattro punti su sei) contro Anzio, Civitavecchia e Centro Sportivo. Anche questo dato rende la dimensione reale di questa squadra ormai pronta per giocarsela fino alla fine.
“Ritengo abbastanza scontato che è più facile difendersi che attaccare. Limitando gli avversari nei propri punti di forza. Più difficile farle con una rosa che ha tantissime qualità ma non ha però la tecnica di quelle che hai menzionato. Questo è un lavoro che parte da lontano perchè non siamo riusciti a non fare il play out in un format folle per come era stato strutturato. Da qui abbiamo inserito delle pedine con le nostre idee viste le limitate disponibilità. Lo dico ai ragazzi tutti i giorni, se ci godiamo il momento riusciamo ad arrivare con la testa giusta a queste partite. Tolti Toscano e Casavecchia sono tutti ragazzi molto giovani”.
Che rappresenterebbe la serie D per lei e per questa società romana che non è andata mai oltre l’Eccellenza?
“La serie D l’ho sfiorata ma non l’ho mai fatta credo che nel calcio ci voglia anche un pizzico di fortuna. In tanti dicono che la Boreale non è attrezzata ma sono certo che il presidente troverebbe le soluzioni per giocarla se dovesse compiersi questa piccola grande impresa che al momento però vedo molto lontana. Il dictat della società è di provarci fino alla fine, ci stanno vicino e ci credono”
Vis Sezze, Fiano Romano, Astrea, Ladispoli e Nettuno. Calendario non impossibile anche se le ultime quattro sono tutte squadre in lotta per la salvezza.
“Sono squadre che come valori sono come la Boreale anche se la classifica dice altro. Il Sezze sono nella terra di nessuno ma vorranno fare più punti possibili. Giocare poi con chi si deve salvare è la cosa peggiore che c’è. Mi ripeto, il calendario non lo guardo e continueremo a non farla per noi è meglio”.