Prosegue il nostro giro di audizioni tra le società di Promozione su come stanno vivendo questo lungo momento di sosta dell’attività sportiva.
Questa settimana è il turno del Tolfa che dopo l’interruzione della fine di ottobre ha deciso di cambiare la guida tecnica affidando l’eventuale ripresa del campionato a mister Daniele Fracassa.
Proprio l’ex tecnico di Csl Soccer e Cerveteri ci racconta come il club tolfetano sta affrontando la pausa forzata: “Attendiamo notizie dalle istituzioni ma nel frattempo siamo fermi. Da quando siamo entrati in zona arancione a gennaio la società ha sospeso l’attività ed al momento non ci siamo rimessi in marcia. I lavori allo stadio di Tolfa stanno per essere ultimati, motivi in più per aspettare e tornare a casa nostra. Finchè non ci daranno delle risposte chiare dall’alto non si riparte. Questa è la linea che la società sta prendendo. I ragazzi si allenano da soli ma unicamente per scaricare le tossine giornaliere, tenersi in moto e per non perdere le abitudini che avevano”.
Il nuovo governo Draghi non ha istituito un Ministero dello Sport, i ristori ai tesserati sono al momento fermi a dicembre 2020, la Lnd sta tentando di far ripartire l’Eccellenza mentre il Comitato Regionale Lazio sta ancora tenendo in stand by tutti i campionati.
Il tecnico del Tolfa Daniele Fracassa si è fatto un’idea di tutto quello che sta succedendo intorno alla questione calcio dilettantistico: “Il segnale che non ci sia più un ministro dello sport è un segnale forte ma in senso negativo. Non è di buon auspicio per tutto il settore. Capisco che il Governo sia nato da poco ma credo che non vada sottovalutato il comparto sportivo perché ci sono migliaia di famiglie che vivono con lo sport, non solo il calcio. Penso a palestre, piscine, impianti di sci, basket e pallavolo tanto per fare qualche nome”.
Ripresa? Fracassa molto pessimista: “Per un’eventuale ripresa la vedo difficile anche per il campionato d’Eccellenza. Però credo che sia doveroso che si prenda una decisione, non possono tenere in stand by società e famiglie. Meglio che si metta un punto definitivo e che si possa programmare una nuova stagione in sicurezza con tutti i protocolli del caso. Si avrebbe il tempo di cinque mesi per fare le cose fatte bene perché a settembre altrimenti saremmo da capo a dodici”.