Tutto vano, inutile, vacuo. Un mese di allenamenti gettati al vento, tempo perso. Il debutto in campionato della juniores regionale si chiude al minuto numero 20 della ripresa quando la partita viene sospesa dall’arbitro per “tafferugli sugli spalti”, dove va in scena una gazzarra senza eguali, scatenata da un epiteto locale e una susseguente quanto assurda caccia all’uomo, roba da rendersi conto che basta una frazione di secondo per rovinare tutto. Calci, sputi, pugni, schiaffoni e invettive, il peggio del peggio va in scena senza richiesta e dura cinque minuti interminabili, fino a quando arriva la pattuglia dei carabinieri, chiamata da chi nel frattempo invece di alzarle, le mani per fortuna se le è messe nei capelli e ha usato quel briciolo di sale in zucca rimasto dopo un episodio simile.
Poco o nulla da dire sulla gara, il risultato era fermo sul 2-1 per gli ospiti. In vantaggio grazie a un gol di Ledda e bersagliata dalla sfortuna (un palo e una traversa colpiti, un colpo di testa di Bracci salvato sulla linea, un gol-non gol per il quale l’arbitro indica di continuare a giocare ma fischia come se la palla fosse da rimettere al centro del campo) la Polisportiva Monti Cimini nonostante tutto stava dando l’impressione di poter recuperare il risultato. Ma dopo un’ora di gioco in campo hanno cominciano ad accendersi gli animi, e il direttore di gara ha cominciato ad ammonire qualcuno per calmare le acque. Quasi da non crederci, il rosso mostrato a un elemento dell’Atletico Fiumicino è stato come la bacchetta del maestro d’orchestra che tocca il leggio per dare il tempo. Ed è partito il tempo delle botte da orbi. In tribuna. (fonte: spolisportivamonticimini.it)